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Essere sostenibili? Una questione di classe (energetica)

Essere sostenibili? Una questione di classe (energetica)

Scegliere consapevolmente un elettrodomestico ci aiuta a risparmiare sui consumi e sulle bollette.

Quando il nostro fidato frigorifero o la lavatrice “ci abbandonano” e ogni manutenzione sembra inutile, la scelta del nuovo elettrodomestico può rivelarsi davvero difficile. Da un lato infatti dobbiamo tenere in considerazione il budget necessario per una spesa di cui, diciamoci la verità, avremmo fatto volentieri a meno. Dall’altro l’enorme varietà di modelli e marche rischia di disorientarci. Infine, i crescenti costi dell’energia ci obbligano a considerare anche i consumi dell’elettrodomestico che andremo ad acquistare.

In questo articolo faremo il punto sul perché scegliere con consapevolezza un elettrodomestico in base alla classe energetica ci permetterà di poter risparmiare sui consumi ed essere quindi molto più sostenibili.

 


 

Come viene definita la classe energetica degli elettrodomestici?

La direttiva ERP1, acronimo di Energy Related Product, è stata emanata dall'Unione Europea al fine di promuovere la progettazione ecologica e la riduzione delle emissioni nocive dei prodotti legati all'energia. Questa normativa ha l'obiettivo di regolamentare la fabbricazione di tutti i dispositivi che richiedono l'utilizzo di energia, stabilendo requisiti di eco-design. Ciò si traduce in un controllo rigoroso di tutte le fasi di produzione degli elettrodomestici, che vanno dalla selezione delle materie prime, ai processi di lavorazione, al trasporto e alla vendita, fino al riciclo o allo smaltimento dei componenti.

In seguito all'introduzione della direttiva ERP sul design ecologico, è stato reso obbligatorio l'uso di un'etichettatura energetica chiara e visibile su tutti gli elettrodomestici che identifica con lettere da A a G la classe di efficienza energetica dell’elettrodomestico, dove A rappresenta il massimo dell’efficienza e G il minimo.

L'etichettatura relativa alla classe energetica segue procedure di calcolo precise stabilite dalla Commissione Europea e consente di confrontare e misurare l'efficienza di ciascun elettrodomestico o impianto al fine di valutarne le prestazioni. Secondo le stime dell'Unione Europea, la legislazione sulle etichette energetiche e sull'eco-design porterà a un risparmio di circa 230 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio entro il 2030.

Occhio alla classe (che scala)

La nuova etichettatura energetica (in vigore dal marzo 2021) ha sostituito quella precedente che riportava classificazioni come A+++, A++, ecc. L’etichetta attualmente in vigore riporta soltanto le classi da A a G ed è corredata da un QR code che fornisce indicazioni aggiuntive.

Inoltre, per ogni tipologia di elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie, ecc) viene riportato il consumo medio standardizzato in specifiche condizioni. Per esempio, il consumo di un frigorifero è calcolato in KWh su base annua, quello di lavatrici, lavastoviglie e lavasciuga su 100 cicli a specifiche condizioni di temperatura.

Perché l’etichetta è stata cambiata?

La riorganizzazione delle classi energetiche degli elettrodomestici si è resa necessaria per maggior chiarezza verso i consumatori, in primo luogo e, perché l’evoluzione tecnologica degli elettrodomestici ha portato quasi tutti gli apparecchi a essere inclusi nelle classi più alte. Le successive evoluzioni tecnologiche (l’attenzione alla sostenibilità e ai consumi in questo senso è una potente spinta verso la ricerca e lo sviluppo) hanno però creato enormi differenze. Oggi un elettrodomestico che fino al 2021 era in classe A+ rischia di essere fra i meno efficienti. Ecco perché in coerenza con la nuova etichetta gli elettrodomestici verranno progressivamente catalogati e la classe, riassegnata (qui l’opuscolo ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, illustra il processo).

Quindi occhio! Un elettrodomestico che era in classe A+ o superiori, nei prossimi mesi verrà assegnato a classi energetiche più basse: i suoi consumi saranno maggiori rispetto a un apparecchio che oggi entra in classe A. Nel periodo iniziale dell’introduzione della nuova etichetta (e del processo di riscalaggio) i consumatori potranno trovare sugli elettrodomestici sia la vecchia etichetta che quella nuova: sarà quindi evidente come in base alle più recenti innovazioni il nostro apparecchio sarà meno sostenibile (e consumerà di più) di quelli di più recente produzione.

Ma quanto si risparmia (spendendo di più)?

In genere maggiore è l’efficienza di un elettrodomestico e maggiore risulta essere il suo costo iniziale. Ma scegliere di risparmiare acquistando, per esempio, un elettrodomestico in classe G, potrebbe non rivelarsi un affare.

Un elettrodomestico di bassa classe energetica, infatti, consuma molto di più. Nella tabella qui sotto (ripresa dal blog del noto portale e-commerce Free-Shop) viene sintetizzato quanto possano variare tali costi considerando lavatrici in diverse classi sottoposte entrambe a 100 cicli di lavaggio con il programma eco (40° C- 60°C). Il consumo – e quindi la spesa in termini di bolletta – sono quasi doppi fra la classe A e la G.

Tabella consumi elettrodomestici.jpg.webp

*Analisi effettuate con un costo dell’energia di 0,27€ kWh

Scegliere un elettrodomestico efficiente, quindi, da un lato comporta quasi certamente una spesa maggiore all’inizio, ma garantisce minori consumi e spese nel corso del tempo. La spesa iniziale viene ammortizzata più velocemente. E soprattutto, consumando meno energia, si inquina di meno. Lo vedremo nel prossimo paragrafo.

Teniamo acceso (solo) il rispetto per l'ambiente

Esistono diverse accortezze che ci permettono di ridurre i consumi e quindi le emissioni inquinanti. Per esempio spegnere completamente un elettrodomestico togliendo l’alimentazione (non lasciarlo in stand by).

Lo ritenete inutile, scomodo, eccessivo?

Secondo l'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, un singolo dispositivo elettronico in modalità standby può consumare da 1 a 4 watt/ora. Questo si traduce in un consumo che rappresenta il 10% della spesa complessiva sulla bolletta. Una famiglia composta da 4 persone potrebbe registrare consumi dovuti alla modalità standby che ammontano fino a 135 € all'anno. Se non si ha voglia di spegnere uno per uno gli elettrodomestici, allora è sufficiente collegarli a una ciabatta dotata di interruttore e spegnere solo quella.

Un altro consiglio è quello di utilizzare gli elettrodomestici a pieno carico. Approfittate quando accendete il forno per cuocere più cose, caricate bene la lavastoviglie (magari sfruttandola per lavare le stoviglie di più pasti), non fate lavaggi in lavatrice sotto il limite di carico.

Il frigo e il congelatore? Vanno sbrinati con regolarità, perché l’accumulo di ghiaccio sulle pareti ne riduce l’efficienza e di conseguenza aumentano i consumi di energia. Ah, un’altra cosa: posizionate il frigorifero in modo strategico: vicino al forno consuma fino al 10% in più!

 

1 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/ALL/?uri=CELEX:32009L0125