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Educazione finanziaria. Non si è mai troppo giovani per imparare

Educazione finanziaria. Non si è mai troppo giovani per imparare

Imparare a gestire denaro e risparmi è una competenza da acquisire sin da giovani.

L’educazione alla gestione del denaro è un tema importante su cui anche i più giovani andrebbero formati, fin dalla più tenera età. È necessario infatti sfatare il tabù che materie complesse, come la gestione di spese e risparmi, debbano essere tenute alla larga dai più giovani. Non è così, e un’educazione precoce – oltre ad avere impatti sui comportamenti futuri dei ragazzi in crescita e consentire loro di avere un rapporto equilibrato e consapevole con il denaro negli anni successivi – può avere positive ricadute anche nel loro presente. Facciamo qualche esempio.

Un giovane (in età preadolescenziale, per esempio) che all’interno della propria famiglia sia sempre stato tenuto all’oscuro dei temi finanziari e della necessità del risparmio, del valore del denaro e della sua stretta connessione con il mondo del lavoro, difficilmente capirà eventi economici negativi che possono colpire il suo nucleo familiare: cassa integrazione, licenziamenti, ristrettezze dovute ad aumento dei prezzi. E questo può causare malessere, frustrazione e una errata comprensione di fenomeni che – ahimè – spesso accadono. Educare invece fin da subito all’importanza di una gestione oculata del denaro, del suo reale valore e della sua disponibilità, può aiutare a comprendere meglio il mondo che ci circonda, a essere più partecipi della vita familiare, ad avere un rapporto più sereno ed equilibrato in futuro con il denaro.

L’educazione finanziaria inizia presto

Durante l’infanzia i gesti contano più di mille parole. Quindi un primo approccio alla gestione del denaro può avvenire in questa fase mostrando gesti virtuosi. Un bambino di 4 anni può capire più facilmente l’importanza del denaro e del risparmio se vede i suoi genitori impegnarsi a ridurre – per esempio – gli sprechi. Chiudere l’acqua e spegnere la luce, ridurre i consumi, ma anche coinvolgerli nelle spese quotidiane al supermercato, può trasmettere loro la stretta correlazione che c’è fra beni di consumo e denaro. Successivamente si può insegnare loro – anche in risposta a continue richieste di spesa da parte loro per giochi, dolciumi, ecc – che il denaro ha una fonte precisa (il lavoro, lo stipendio) e non è infinito.

Quando il nostro bambino (nei primi anni delle elementari) ha preso dimestichezza con le operazioni di calcolo, come addizioni e sottrazioni, è utile iniziare a introdurre il concetto di gestione equilibrata del denaro e dei piccoli risparmi che nonni, zii e amici, gli hanno donato nel corso degli anni. Per esempio facendo passare il concetto che le spese possano essere suddivise e che è possibile scegliere di acquistare un solo oggetto (risparmiando il rimanente per acquistarne più avanti un secondo).

Quando il nostro ormai preadolescente si affaccia alle medie, allora è il momento di aprire con lui un conto bancario dove riporre tutto ciò che nonni e zii generosi hanno nel tempo regalato, e dove gli stessi genitori possano versare quanto di tanto in tanto tengono da parte per lui: un passaggio molto utile per familiarizzare con un concetto piuttosto complesso, ovvero la dematerializzazione del denaro. È questo un tema fondamentale nelle successive fasi della crescita, in cui – come vedremo di seguito - i pagamenti digitali (e quindi senza scambio materiale di cartamoneta) sono la forma preferita di transazione.

La Generazione Z fa shopping nei negozi digitali

La Generazione Z, o Gen Z, si riferisce alla generazione delle persone nate tra i medio-tardi anni '90 del ventesimo secolo e i primi anni del 2000, e viene definita per sua natura come la generazione online. Si caratterizza per un forte utilizzo di internet e delle tecnologie digitali, è costantemente online e trascorre molte ore al giorno utilizzando lo smartphone.

La vita online per la Generazione Z comprende diversi aspetti, come la socializzazione, l'informazione, gli hobby, il tempo libero, lo studio, il lavoro e gli acquisti. Circa la metà dei consumatori della Gen-Z utilizza dispositivi mobili per fare acquisti1, e gli smartphone rappresentano lo strumento di pagamento preferito. La Gen Z si caratterizza inoltre per un approccio “omnichannel” che abbina acquisti online ad acquisti in store, preferibilmente con mezzi di pagamento digitali2.

Gli strumenti di acquisto preferiti della Gen-Z sono statisticamente carte di credito, carte ricaricabili e pagamenti contactless3. Questi dati sottolineano come la Generazione Z sia profondamente immersa nella cultura digitale e dipenda fortemente dalle tecnologie per molteplici aspetti della propria vita quotidiana e che quindi sia tanto più necessario – operando i propri acquisti in un ambiente fluido e dinamico come il digitale – che possieda solide basi e conoscenze per la gestione del proprio denaro e delle proprie spese. Introdurre fin dai primi anni concetti come gestione, risparmio, pianificazione, bilancio (ovviamente parametrando tali concetti all’età effettiva del giovane) può aiutare a formare consumatori più consapevoli e meglio capaci di gestire il proprio patrimonio in futuro.